Un ambito tariffario a parte sarebbe per i sardi un aggravio di due miliardi di euro

Non è piaciuta affatto a Confindustria Sardegna la proposta dell’Arera di istituire un ambito tariffario a parte per l’Isola per il periodo 2020-2025 quanto alle tariffe di distribuzione del gas (v. Staffetta 13/05). Secondo i vertici regionali di Confindustria, i cittadini sardi si ritroverebbero a pagare due miliardi di euro in più per l’infrastrutturazione delle reti per il gas naturale.

Alberto Scanu e Maurizio De Pascale, rispettivamente presidenti di Confindustria Sardegna e di Confindustria Sardegna Meridionale, puntano il dito contro il documento per la consultazione 170/2019/R/gas, pubblicato lo scorso 9 maggio da Arera, che traccia le linee di intervento per la regolazione dei servizi di distribuzione e misura del gas, per il prossimo periodo di regolazione 2020-2025.

Secondo gli esponenti di Confindustria, con l’istituzione di un ambito tariffario a parte, in Sardegna la maggior parte dell’onere di infrastrutturazione sarebbe a carico dei cittadini sardi, e solo una minima parte verrebbe inquadrata nell’ottica della socializzazione e dunque condivisa con tutti gli altri cittadini italiani, sfruttando il meccanismo della perequazione.

“Si sta agendo per togliere la possibilità ai sardi di avere un prezzo unico per il gas – chiarisce il presidente regionale di Confindustria – identico a quello di tutte le altre regioni d’Italia. È come se, adesso, per collegare con l’alta velocità Bari con Roma, si chiedesse di pagare i miliardi di euro necessari per realizzare il collegamento, solo ai cittadini di Bari”.

“Lanciamo un appello alla politica, alla Regione, alle associazioni dei consumatori e agli ambientalisti affinché presentino le loro osservazioni entro il 17 giugno prossimo”, aggiunge Scanu. “Siamo certi che l’appello verrà raccolto e che questo documento verrà modificato”.

STAFFETTA 26/5/2019