La sentenza sulla contesa tra Enel Sole e il Comune di Calcinato per la definizione dell’indennità per il riscatto dell’impianto di illuminazione pubblica
In caso di mancato accordo sulla determinazione dell’indennità di riscatto degli impianti per l’esercizio dei servizi pubblici si può adire l’autorità giudiziaria ordinaria, e non è obbligatorio l’arbitrato. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale con la sentenza 123 del 2018 depositata mercoledì, nel giudizio di legittimità costituzionale promosso dal Collegio arbitrale di Milano con ordinanza del 7 marzo 2017 nel procedimento tra Enel Sole e il Comune di Calcinato, con intervento della Presidenza del Consiglio dei ministri a favore dell’infondatezza della questione.
La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 24 del regio decreto 15 ottobre 1925, n. 2578 (Approvazione del testo unico della legge sull’assunzione diretta dei pubblici servizi da parte dei comuni e delle province), nella parte in cui non riconosce il diritto di ciascuna parte di adire l’autorità giudiziaria ordinaria, in caso di mancato accordo sulla determinazione dell’indennità di riscatto degli impianti afferenti l’esercizio dei servizi pubblici.
Il Comune di Calcinato ha esercitato il diritto al riscatto degli impianti di illuminazione pubblica nei confronti del proprietario Enel Sole, senza tuttavia che ci fosse accordo tra le parti sull’ammontare dell’equa indennità di riscatto. Enel Sole ha quindi adito il Tribunale ordinario di Brescia che si è dichiarato non competente e ha rimesso la questione al Collegio arbitrale, che ha a sua volta chiamato in causa la Consulta. Staffetta 15/6/2018