Nelle premesse la raccomandazione annunciata nel Piano strategico di estendere la RdS a gas e ambiente. Rilievi su temi di scarsa attinenza al sistema elettrico e attività che spetterebbero agli operatori. Ipotesi di discutere progetti nell’Osservatorio regolazione. Usare brevetti per ridurre componente A5.  Con provvedimento 336/2019/rds del 30 luglio pubblicato mercoledì l’Autorità per l’energia ha reso il proprio parere al ministero dello Sviluppo Economico sullo schema di decreto approvazione piano triennale della ricerca di sistema. Tra le altre cose nel parere il Regolatore, mettendo in pratica quanto annunciato nel Piano strategico triennale all’obiettivo OS.4, raccomanda al Mise un’estensione della ricerca di sistema “anche al settore del gas naturale e, in prospettiva, ai settori ambientali” ovviamente “previa norma primaria ed estensione della base di finanziamento”, che al momento grava solo sulle bollette elettriche. “La ricerca di sistema ancorata al solo sistema elettrico rischia di non essere più idonea per fronteggiare le sfide” derivanti dal nuovo contesto, scrive il regolatore. Il giudizio di Arera sul piano è “complessivamente positivo” ma con l’indicazione di alcuni “miglioramenti senza i quali si paventa il rischio, da un lato, di determinare difficoltà di gestione del Piano e un uso inefficiente o improprio delle risorse, e dall’altro di non cogliere alcune importanti opportunità di integrare maggiormente la Ricerca di sistema con il governo e la regolazione dei settori energetici”.
Tra le altre osservazioni, si contano anche alcuni rilievi critici del regolatore ad esempio su temi/progetti di “scarsa attinenza col sistema elettrico” (ad esempio in tema di involucro termico degli edifici), o che si configurano come “servizi prestati alle aziende” sostituendo attività che spetterebbero a soggetti operanti nel settore (ancora sull’involucro termico o su materiali innovativi per la riduzione di carichi termici), una gerarchia tra i temi, in certi casi da rivedere, livelli di dettaglio a volte eccessivi che rischiano di rendere superflua la valutazione degli esperti, mancanza di evidenza del supporto che il piano può dare allo sviluppo di una regolazione innovativa, e suggerisce un quest’ottica una ventina di possibili filoni di ricerca. L’ARERA propone anche di introdurre, tra le modalità di verifica, una discussione di alcuni progetti di ricerca nell’ambito dell’Osservatorio sulla regolazione istituito presso l’Autorità. Infine, l’Autorità segnala l’importanza di definire un meccanismo normativo che permetta di ridurre l’onere a carico della componente A5 grazie alla brevettabilità di risultati di ricerca che non siano solo quelli delle attività co-finanziate, ma anche quelli delle attività svolte in regime di Accordo di programma.

Staffetta Quotidiana, 08-08-19