Il dco sulle infrastrutture completamente ammortizzate.  Criteri più stringenti per le aree di nuova metanizzazione. Centrali dual fuel Snam: così la ripartizione degli introiti su Msd

Cercare di sfruttare al meglio le attuali reti di trasporto gas pur tenendo conto che le prospettive di decarbonizzazione devono indurre a “limitare il rischio di porre in capo agli utenti del servizio, e in particolare alle generazioni future, costi stranded legati a scelte di investimento non efficienti o utili al sistema nel lungo termine”.

Questo il delicato equilibrio su cui si muove il DCO Arera 616/2021, che mette in consultazione fino al 31 gennaio 2022 non solo possibili incentivi per le infrastrutture completamente ammortizzate tariffariamente, ma anche una stretta sulle aree di nuova metanizzazione. Unitamente alla proposta di suddivisione tra Snam e il sistema degli introiti derivanti dall’utilizzo delle centrali dual fuel sul dispacciamento.

Incentivi alle reti ammortizzate

Dal Rapporto redatto da Snam si evince che a fine 2020 circa 9.300 km di metanodotti (il 30% del totale del sistema di trasporto del TSOultano completamente ammortizzati e si assiste ad un costante e progressivo invecchiamento della rete. In assenza di interventi di sostituzione, i metanodotti completamente ammortizzati diventerebbero oltre 10.000 km nel 2023 e circa 14.650 km nel 2030.

Nel dco si sottolinea che il mantenimento in esercizio di tali reti comporta minori oneri tariffari per il sistema rispetto alla sostituzione al termine della vita utile: si stima un risparmio medio per il sistema pari al 3,1% per ogni anno in cui la sostituzione è posticipata. Dalle stime si evince inoltre che il risparmio mediamente si riduce all’allungarsi del periodo di mantenimento in esercizio, anche per effetto delle ipotesi di socializzazione dei costi in caso di phase out dal gas.

L’Autorità ritiene opportuno favorire quindi il più possibile il ricorso ad attività di mantenimento in esercizio di tali reti valutando l’introduzione di incentivi che facciano riferimento alla logica dei “costi evitati”. In tale prospettiva, l’incentivo potrebbe essere calcolato applicando un tasso di sharing esplicito dei risparmi tra utenti e operatore. D’altro canto, sottolinea l’Arera, occorre tener conto del fatto che le attività di mantenimento in esercizio potrebbero condurre, in generale, a meri differimenti nelle attività di sostituzione che comunque rappresenterebbero un onere per il sistema negli anni a venire.

Pertanto, l’Autorità ritiene in primo luogo necessario che siano introdotti strumenti regolatori che responsabilizzino adeguatamente le imprese di trasporto nel valutare se un’infrastruttura completamente ammortizzata può continuare ad essere esercita in condizioni di sicurezza, assumendosene la relativa responsabilità.

L’Autorità ritiene inoltre che l’adozione di specifiche soluzioni regolatorie debba fondarsi su analisi concrete e sistematiche da parte dei Tso dello stato delle reti (con un incentivo una tantum), sviluppando una metodologia da sottoporre a certificazione da parte di un soggetto terzo internazionale e da rendere pubblica.

Il dco propone un incentivo annuale nell’ordine dello 0,4% dell’investimento di sostituzione posticipato/evitato. Il tutto purché non si arrivi a “un sistematico incremento dei costi operativi collegati al mantenimento in esercizio”.

Aree di nuova metanizzazione

Negli ultimi anni, rimarca l’Autorità, si è riscontrata la tendenza da parte di alcune imprese di trasporto a “realizzare infrastrutture sovradimensionate rispetto alle effettive esigenze di capacità di trasporto nelle aree di nuova metanizzazione”.

Sotto questo profilo l’Arera ha già evidenziato come “l’adeguato coordinamento degli sviluppi delle reti di trasporto con quelli della rete di distribuzione costituisca un elemento imprescindibile”.

Per consentire di garantire l’equilibrio economico-finanziario del gestore senza creare un aggravio per i consumatori finali e il sistema nel suo complesso, il Regolatore ritiene che possa essere mutuato il concetto di “condizioni minime di sviluppo” adottato nell’ambito della distribuzione gas ai sensi del DM 226/2011 sulle gare Atem.

L’Autorità intende quindi introdurre specifici criteri di efficienza basati su due indici: uno che definisca le condizioni minime di sviluppo; un secondo indice che, nei casi in cui l’investimento sia al di sotto di tale condizione minima, individui una soglia di costo di investimento, partendo dagli investimenti in aree di nuova metanizzazione realizzati negli ultimi 10 anni.

Considerate le tempistiche necessarie per la raccolta dati e la relativa analisi, l’Autorità ritiene che le soglie potranno essere oggetto di consultazione nell’ambito del procedimento per la definizione dei criteri di regolazione tariffaria per il 6PRT, decorrente dal 2024.

Centrali dual fuel

Sin dal Piano 2020, Snam Rete Gas ha previsto l’installazione in 3 centrali di spinta di 5 elettrocompressori in sostituzione dei turbocompressori esistenti (Malborghetto, Poggio Renatico, Messina), allo scopo di ridurre i consumi e le emissioni inquinanti per la compressione del gas e facilitare il sector coupling, fornendo flessibilità per il bilanciamento della rete elettrica.

L’Autorità ritiene opportuno prevedere un meccanismo di sharing dei ricavi derivanti dalla fornitura di servizi di flessibilità su Msd. In particolare, si propone un meccanismo di simmetrica ripartizione, tra imprese di trasporto e utenti del servizio, dei ricavi netti.

In alternativa, l’Autorità intende valutare la possibilità per l’impresa di trasporto di trattenere l’intero gettito da certificati bianchi (che si applicano anche agli interventi sulle centrali dual fuel), a fronte del versamento dell’80% dei ricavi derivanti dalla partecipazione dell’impresa di trasporto al mercato dei servizi elettrici.  QE, 29-12-2021