La vendita congiunta delle quote non solo è possibile, ma anche necessaria e non c’è stata alcuna violazione di norme e dello statuto della Vestina Gas: e così il 56% collocato sul mercato dai Comuni di Penne (45%) e di Collecorvino (11%), può passare di mano.

Lo ha stabilito il Tribunale delle imprese, che in un’ordinanza di 16 pagine dà ragione ai due enti locali e torto su tutta la linea al ricorrente socio privato di minoranza, i milanesi di Levigas srl (12%), la cui azione è stata sostenuta dall’altro socio, il Comune di Loreto Aprutino, possessore del 32%. Gli acquirenti del 56% di Vestina Gas sono i vicentini di Aim Energy, pronti a sborsare 3 milioni 800 mila euro (di cui 3 milioni a Penne), fatto salvo l’esercizio del diritto di prelazione entro il 2 novembre attribuito a Levigas e al Comune di Loreto Aprutino. Il 5 novembre l’assemblea dei soci per la chiusura delle operazioni. L’ente loretese, guidato da Gabriele Starinieri, ha deliberato di rinunciare al diritto di prelazione. «Un’alienazione disgiunta avrebbe favorito Levigas creando una situazione di squilibrio concorrenziale» ha scritto il giudice Stefano Iannaccone che ha condannato i ricorrenti a pagare 32 mila euro di spese legali. I due enti venditori sono stati assistiti dallo studio del professor Gianluca Brancadoro. «Logiche incomprensibili quelle di Loreto Aprutino poiché è la legge Madia che ci impone la vendita», commentano il sindaco di Penne, Semproni, e quello di Collecorvino, Zaffiri, che ora chiedono i danni per perdita di chance ai soci di minoranza che hanno impugnato 14 atti facendo fuggire altre aziende potenzialmente interessate. Gilberto Petrucci, assessore al patrimonio pennese: «Per noi è una vendita decisiva per ridurre la massa debitoria e ci consente di liberare risorse».              Berardo Lupacchini Il Messaggero (Abruzzo), 31-10-2018