Il connubio con l’energia nei piani dei sottosegretari Crippa e Cioffi
Debutto “in casa”, questa mattina, dei due sottosegretari, Crippa e Cioffi, in occasione della presentazione della Relazione sulla situazione energetica nazionale 2017. La dichiarazione non scritta che l’energia è appannaggio dei 5 Stelle, in attesa (forse già oggi) della formalizzazione delle deleghe. Diversi gli spunti emersi, nel merito e nel metodo, a partire dal connubio stretto tra energia e sviluppo industriale del Paese. E dal fatto che la relazione è stata presentata in un evento pubblico: una “prima” assoluta per un documento che è arrivato alla quarta edizione, e che finora era rimasto in un ambito tutto sommato “tecnico”.
E il “tocco” politico si avverte anche nella sintesi del documento: poco più di una pagina, per oltre la metà dedicata a fonti rinnovabili ed efficienza. Uno “squilibrio” cui ha fatto da contrappeso il direttore Gilberto Dialuce nel presentare il documento: dopo un breve accenno sulla “attitudine dell’Italia alla sostenibilità” (pur con un arresto della riduzione dell’intensità energetica nel 2017), Dialuce ha dato ampio spazio al settore petrolifero, in particolare per quanto riguarda la bilancia commerciale: a fronte di un aumento dell’import di greggio, ha sottolineato, si è registrato un parallelo aumento delle esportazioni petrolifere, segno che le raffinerie italiane, pur in crisi, hanno aumentato le lavorazioni. Una dialettica, questa tra livello politico e livello amministrativo, che, come per altre aree della vita politica nazionale, è venuta in primo piano. Cioffi ha aperto il proprio intervento con un “ringraziamento non formale ai dirigenti: senza il loro lavoro – ha detto – la politica può facilmente sbagliare”. Crippa, dal canto suo, ha sottolineato che i dati, come quelli presentati oggi, “sono il punto di partenza per attuare le politiche che abbiamo sempre sostenuto”. La presentazione della Relazione è stata dunque l’occasione per una prima declinazione dei proclami politici in linee di azione determinate, sulla base dei dati reali. E la prima indicazione che emerge è un’attenzione particolare all’industria, e all’energia in relazione all’industria, al tessuto produttivo nazionale. La prima cosa che ha rilevato Cioffi dalle statistiche è stato l’aumento dei consumi di jet fuel, un dato, ha detto scherzando “che speriamo sia di buon auspicio per Alitalia”. Cioffi si è poi soffermato sull’importanza degli investimenti in ricerca e sviluppo, il cui aumento nel 2017 “ha riguardato quasi esclusivamente il settore privato. C’è tanto da fare – ha aggiunto – per immaginare l’energia e l’industria del futuro”. Un binomio, questo di energia e industria, che torna anche parlando di auto elettrica: “l’industria italiana deve accompagnare il processo, altrimenti importiamo batterie e auto da Usa e Cina e si rischia di fare come con il fotovoltaico, la cui base produttiva italiana andò persa perché non fu trattato molto bene dalla politica dell’epoca. E poi siamo andati a comprare i pannelli in Cina. Non si tratta – ha aggiunto – di un bieco nazionalismo autarchico, ma di lavorare per il bene del Paese, di avere ricadute in termini di economia e lavoro”. Un accenno alle potenzialità dell’idrogeno e del metano auto (che “ha un sistema di distribuzione molto diffuso: il gas è un vettore molto importante”) e conclusione sui costi: “dobbiamo cercare di fare tutto senza pesare ulteriormente sulle bollette degli italiani”.
Crippa ha ripreso il discorso proprio dal gas, “meccanismo di transizione verso l’obiettivo 100% rinnovabili. L’infrastruttura – ha aggiunto – non deve aumentare in maniera sconsiderata, altrimenti si perde di vista l’obiettivo”. Il gas, ha aggiunto, è una soluzione per il trasporto pesante e quello navale”. E anche per Crippa arriva subito il collegamento con le attività produttive: “anche nei tavoli di crisi dobbiamo orientare le scelte su quello che dobbiamo fare in materia di energia”. Come pure il riferimento ai costi in bolletta. “C’è la necessità di non caricare ulteriormente costi in bolletta”. Argomento che richiama subito la questione delle rinnovabili elettriche: “siamo al lavoro con tutti gli organismi pubblici per creare Ppa (contratti di lungo periodo, ndr) rinnovabili per le pubbliche amministrazioni: cerchiamo il modo di farlo partire subito, lasciando ai privati la possibilità di operare sul mercato, ma il pubblico deve dare l’esempio”.
Anche per Crippa un accenno alla mobilità elettrica, sulla base dell’esperienza personale: sono ancora molti i limiti, soprattutto in piccoli centri, ma bisogna “sfatare il mito che una diffusione della mobilità elettrica creerebbe grandi problemi alla rete di distribuzione, un’eventualità negata tra l’altro da alcuni studi di Rse”. Infine Crippa ha citato alcuni “problemi normativi” che impediscono sviluppi virtuosi, dalla conversione dei natanti, alle norme sugli apparecchi a pressione per l’idrogeno, al self service h24 per il metano auto.Gli obiettivi su efficienza, rinnovabili e clima, ha concluso Crippa, “devono accompagnare i processi industriali. Negli ultimi anni ci sono stati interventi spot senza una visione concreta del Paese. L’Italia è già leader nell’integrazione delle rinnovabili nelle reti. E lo potremo essere anche in altri settori se iniziamo oggi a spingere sulla ricerca e sperimentazione. Il piano energia e clima – è la conclusione politica – è un piano industriale”. Gabriele Masini – Staffetta Quotidiana, 20-07-18