L’autorità di settore ARERA e la Guardia di Finanza hanno reso noti i risultati delle ispezioni nel 2018: c’è chi ha fatto pagare investimenti mai effettuati e chi non ha versato il contributo annuale per il funzionamento di ARERA
A volte le società di energia ci addebitano costi che non dovremmo pagare. Stavolta non stiamo parlando di consumi fantasma né di maxi-conguagli, ma di veri e propri illeciti sui quali interviene la Guardia di Finanza. Insieme all’autorità di settore ARERA proprio le Fiamme gialle hanno recuperato, nel corso del 2018, la bellezza di 260 milioni di euro. Tutti soldi pagati da clienti e, per buona parte, già restituiti attraverso riduzioni tariffarie. Ma in che modo le società di energia elettrica e di gas hanno sottratto soldi ingiustamente ai consumatori e allo Stato? Le modalità sono le più svariate: c’è chi ci ha fatto pagare investimenti (sulla rete, ad esempio) mai effettuati, chi ha percepito incentivi non dovuti; chi avrebbe dovuto fare interventi di odorizzazione del gas, fondamentali perché si possa percepire una perdita di metano, altrimenti impossibile da sentire per il nostro olfatto perché inodore. La lista continua, ed è anche piuttosto inquietante dal momento che alcune società hanno messo a rischio la nostra sicurezza: nella nota congiunta, ARERA e GdF parlano infatti anche di “non conformità alle norme che regolano il pronto intervento in caso di segnalazioni e necessità di revisione delle procedure di sicurezza di diverse piccole imprese di distribuzione elettrica”. Una parte del “bottino” riscosso sono i 12 milioni di euro non versati all’Autorità tra il 2013 e il 2015. Le società di energia sono infatti tenute a versare un contributo annuale che si calcola in base ai ricavi dell’anno precedente. Anche alla luce del successo di questa attività di controllo, ARERA e GdF ha fatto sapere che nel 2019 verrà mantenuta una particolare attenzione “proprio sugli ambiti che si sono rilevati più critici nell’esperienza recente, prevedendo al contempo l’introduzione di nuove aree di controllo e un complessivo aumento delle azioni in campo”. Tra le aree sulle quali ci si concentrerà di più c’è anche la contabilizzazione degli investimenti, fondamentale per verificare se agli utenti vengono applicati i costi esatti; il rispetto delle norme relative alla qualità dei servizi idrici e i controlli sulle imprese energivore, che per legge hanno diritto a riduzioni tariffarie che tutti, in bolletta, contribuiamo a finanziare attraverso agli oneri generali di sistema. di Federico Formica REPUBBLICA 6 Aprile 2019