L’ad Gallo: «Siamo pronti ad annunciare un’altra acquisizione entro l’anno»

Italgas è pronta a crescere nella distribuzione ed entro fine anno dovrebbe annunciare un’altra acquisizione nel centro-sud. Intanto, però, la società guidata da Paolo Gallo manda in archivio i risultati dei primi nove mesi con un utile netto in crescita del 6,1%, a 226,4 milioni, un Ebitda in rialzo dell’8,9%, a 629,2 milioni, e un utile operativo in aumento dell’8,9%, a 333,9 milioni. Salgono anche i ricavi, a quota 880,7 milioni (+5,5%), con la fetta principale costituita da quelli regolati, cresciuti del 4,7% (dagli 820,3 milioni dei primi nove mesi del 2017 agli 858,6 milioni di quest’anno), soprattutto grazie alla spinta assicurata dal contributo relativo alla sostituzione dei misuratori tradizionali con i contatori di ultima generazione (smart meter). Come noto, l’Autorità per l’energia ha previsto un target da raggiungere del 50% di smart meter gas di classe G4-G6 in servizio entro il 2018: stando ai dati comunicati ieri in occasione dei conti, Italgas ha già installato nei primi nove mesi, escludendo le partecipate, 1,197 milioni di nuovi contatori, di cui 1,069 milioni in sostituzione di quelli tradizionali, portando l’asticella totale a 3,793 milioni, il 52,7% del parco complessivo, dunque già sopra il traguardo fissato dall’Authority, e con l’obiettivo di completarne la sostituzione entro gli inizi del 2020.

«Questi risultati – spiega l’ad Gallo al Sole 24 Ore – ci consentono di confermare i target fissati per il 2018 dal piano industriale». Il ceo si sofferma, in particolare, su due tasselli. Il primo è la riduzione dei costi «che risultano in calo del 2,2% – precisa – pur in presenza di un perimetro più ampio e anche se abbiamo dovuto accantonare nel terzo trimestre 4 milioni di euro per i titoli di efficienza energetica». Con Italgas che, al pari di altre società della distribuzione gas ed elettrica, ha impugnato nei giorni scorsi il decreto correttivo sui certificati bianchi del 10 maggio e si dice pronta, lo ha ribadito ieri il ceo, a ricorrere anche contro la delibera con cui l’Authority ha recepito le indicazioni del decreto se il governo non apporterà i correttivi richiesti.

Il secondo elemento evidenziato dall’ad è «l’aumento degli oneri finanziari per 9 milioni che sono – precisa Gallo – la nostra “assicurazione” per il fatto di aver rimodulato ulteriormente la nostra quota di debito a tasso fisso». L’indebitamento di Italgas a fine settembre è pari a 3,73 miliardi, in aumento di 13,9 milioni sul dato di fine 2017. Quanto alla sua composizione, le passività a tasso fisso (un finanziamento Bei da 360 milioni convertito a gennaio in tasso fisso e 2,9 miliardi di bond con il cda che ieri ha peraltro rinnovato il programma Emtn per un massimo di 3,5 miliardi) rappresentano attualmente l’87,3% (erano il 71,2% a fine 2017). Il flusso di cassa netto da attività operativa ammonta invece a 590 milioni e ha permesso di coprire gli investimenti e di generare un free cash flow prima delle operazioni di M&A di 250,4 milioni. Con un occhio, infine, alle mosse future, il numero uno Gallo ha spiegato «che entro l’anno ci aspettiamo di annunciare un’altra operazione di M&A» e il deal dovrebbe riguardare la distribuzione gas del centro-sud. Mentre, sul tema del riassetto di Ascopiave e sulle indiscrezioni di stampa relative a una possibile alleanza con la società trevigiana, l’ad ha detto davanti agli analisti che tale ipotesi al momento non è allo studio. Celestina Dominelli – Il Sole-24 Ore, 06-11-18