Scontro sugli aumenti per la reperibilità. “Da azienda industriale a società finanziaria, attenta solo ai profitti degli azionisti”
“Nelle ultime settimane si è consumata l’ennesima, ulteriore, rottura delle relazioni sindacali con la società Italgas”. Lo si legge in una nota firmata dalle segreterie nazionali dei sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, diffusa venerdì. In questa circostanza, prosegue il comunicato, “il motivo scatenante è stata la mancata realizzazione di un accordo che introducesse l’applicazione nelle buste paga dei lavoratori degli aumenti economici della reperibilità, che a partire dal 2015 ad oggi ancora non hanno trovato una corretta soluzione”. Il punto, secondo il sindacato, è che Italgas “non vuole più riconoscere un ruolo al sindacato soffocando la voce dei lavoratori”. Ma il contrasto riguarda la natura stessa di Italgas, come secondo i sindacati si è trasformata: “ormai è un’azienda che ha cambiato negli ultimi anni la sua naturale vocazione industriale che dovrebbe avere come obiettivo primario la qualità del servizio erogato, il presidio diretto nelle attività di distribuzione del gas e livelli sempre più elevati di sicurezza, in una società finanziaria che ha come unico scopo la realizzazione dei profitti per i propri azionisti. In questo quadro, un sindacato attento ai valori del lavoro, all’impegno costante alla qualità del servizio erogato e alla sicurezza, rappresenta, per loro, un ostacolo, peggio un avversario da sconfiggere e da isolare. Lo stato delle relazioni sindacali che si è determinato in questi ultimi anni testimonia il cambiamento di questa società”. Insomma, sottolineano i sindacati, “la ricerca esasperata degli utili, il ricorso sempre più massivo all’appalto, la riduzione dell’occupazione, l’allontanamento dal territorio, la sempre più marcata riduzione nel presidio diretto dei processi produttivi e l’abbassamento del costo del lavoro hanno modificato negativamente il modo di operare in questo settore peggiorandone la qualità e i livelli di sicurezza. Come sindacato non condividiamo questo stato di cose, non riteniamo più accettabile lo svilimento delle professionalità interne, la perdita costante di conoscenze, l’allontanamento e la marginalizzazione dei lavoratori dai presidi produttivi. Non siamo d’accordo con un ricorso sempre più esteso all’appalto per le attività che abbisognano di una presenza continua e costante dei lavoratori gasisti, non siamo d’accordo che le attività preposte alla tutela e alla garanzia della sicurezza siano sempre più affidate all’esterno, noi siamo in definitiva contrari a questo modello organizzativo che sta cancellando rapidamente conoscenza, capacità e professionalità, elementi questi che hanno per oltre 150 anni reso questa azienda fra le più importanti nel nostro Paese”. Per questi motivi, i sindacati hanno deciso con le RSU e tutte le strutture territoriali e regionali di aprire una fase vertenziale con mobilitazioni e una campagna informativa verso l’opinione pubblica e gli enti concedenti. “In attesa di esperire le dovute procedure nel rispetto delle normative vigenti in materia di sciopero – conclude la nota – sono immediatamente convocate in tutte le sedi di lavoro le assemblee dei lavoratori che dovranno concludersi entro il mese di settembre”. STAFFETTA 18.9.2018