In contrasto con i progetti di digitalizzazione dell’azienda
Sotto il titolo “Quante lettere sull’Italgas per le squadre mai arrivate” ieri la cronaca di Roma del Corriere della Sera ha pubblicato la lettera del signor Rosario Amore di Albano Laziale che si lamenta di aver atteso invano il 23 aprile la squadra che doveva venire a installare il nuovo contatore elettronico. Per consolarlo, Paolo Conti, titolare della rubrica, gli ha risposto che “siamo pieni di lettere come la sua”, addirittura di lettori che continuano a ricevere avvisi anche dopo che il contatore è stato cambiato. Un comportamento, quello dell’Italgas, che la Staffetta aveva denunciato un anno fa raccontando le peripezie di un lettore che dall’ottobre 2017 attende invano che gli cambino il contatore dopo un tentativo non riuscito in cui ci ha rimesso anche la serratura dello sportello della nicchia in cui il contatore è installato. Da allora il nostro malcapitato ha ricevuto ben tre avvisi per “rischedulare l’appuntamento”, una prima volta per il 9 ottobre scorso, una seconda per il 19 dicembre e una terza per il 25 gennaio. Ogni volta seguita da regolare denuncia via e-mail al contact center di Italgas per avvertire che non solo non si era fatto vivo nessuno ma che non avevano avuto neppure la cortesia di avvertirlo. Quanto alla serratura il nostro malcapitato alla fine se l’è cambiata da solo su suggerimento di un tecnico dell’Italgas che transitava con un suo furgone nei paraggi. Con la beffa che tutto questo moltiplicarsi di avvisi e operazioni inconcludenti – a casi come questo si aggiunge quello, molto diffuso a Roma, delle squadre che vengono più e più volte per cambiare il contatore solo per constatare l’impossibilità dell’operazione e rinviare – trovi puntuale riconoscimento in tariffa da parte dell’Autorità come costo da scaricare sul consumatore. Ma soprattutto un comportamento che contrasta con tutte le belle promesse sulla digitalizzazione dell’azienda fatte da Paolo Gallo, appena riconfermato amministratore delegato della società, in un’intervista a l’Economia del Corriere della Sera. Staffetta Quotidiana, 29 aprile 2019