Ebitda +8,2%, utile +7,1%, dividendi +12,5%. Dai Tee perdita di 2,2 mln €. L’AD Gallo: “A marzo novità su Toscana Energia, su gare ATEM in contatto con MiSE e ARERA, nuovo Piano a giugno”
Italgas si presenta all’appuntamento del rinnovo dei vertici del 4 aprile con un bilancio 2018 positivo. I dati approvati oggi evidenziano infatti ricavi in crescita del 4,6% a 1.176,2 mln €, un Ebitda di 839,5 mln € (+8,2%) e un utile netto di 313,7 mln (+7,1%). Risultati che “battono gli obiettivi del Piano industriale e rimarcano un percorso di crescita iniziato nel novembre 2016 con il ritorno in Borsa”, ha commentato l’AD Paolo Gallo. Mentre il presidente Lorenzo Bini Smaghi ha sottolineato l’aumento del dividendo del 12,5% a 0,234 € “a conferma del nostro impegno per una politica di remunerazione sempre più attrattiva e sostenibile”. Sul fronte operativo, grazie anche ai 110 mila Pdr acquisiti l’anno scorso tramite l’attività di M&A, i contatori attivi sono saliti da 6,586 a 6,708 mln (7,562 mln considerando anche le partecipate) mentre i volumi di gas distribuito sono passati da 7,767 a 7,873 mld mc (9,098 mld mc) su una rete di 61.461 km in 1.700 Comuni. Il debito netto sale di 94 mln € a 3.814,3 mln a fronte di investimenti tecnici per 522,7 mln (+0,1%) ed esborsi per le 7 acquisizioni effettuate per 250 mln €. In conference call Gallo ha sottolineato che il target 2018 sul fronte M&A è stato battuto di 10 mila Pdr e che nel 2019 Italgas punta a rilevare ulteriori 60 mila Pdr, anche se “man mano che scali la montagna la strada si fa sempre più difficile”, perché risulta più arduo trovare chi vende. Come noto le acquisizioni sono per Italgas un modo per supplire ai ritardi nelle gare ATEM. Da questo punto di vista l’AD ha precisato che la società è “in contatto a diversi livelli con il Governo e con l’ARERA” da cui si attendono provvedimenti. A quanto risulta a QE, il nodo principale è quello della valutazione a VIR o a RAB dei cespiti in mano ai Comuni che il ministero e l’Autorità stanno cercando di superare senza pesare sulle tariffe. Riguardo invece ai possibili strumenti per affiancare le stazioni appaltanti (anche con il supporto di Consip), Gallo ha rimarcato che “le stazioni hanno detto che non ne hanno bisogno, sennò il Governo lo avrebbe fatto”. Intanto nel 2019 il gruppo si attende sei bandi che lo riguardano: Firenze, Torino 1, Genova, La Spezia, Forlì-Cesena e Perugia, con la possibilità di arrivare a presentare offerte almeno per due di essi. Vanno poi ricordate le procedure di Belluno e Aosta. Gallo si è poi soffermato sul progetto di conquistare la maggioranza di Toscana Energia precisando che entro marzo dovrebbe pronunciarsi il perito nominato dal Tribunale di Firenze per decidere sulla congruità del prezzo di recesso esercitato da alcuni Comuni soci che totalizzano il 2%. Mentre la gara sul 3% per cui Italgas aveva offerto una cifra decisamente inferiore ai 70 mln € richiesti sembra non andare avanti. L’AD si è soffermato anche sul consistente taglio dei costi operativi (-11,3 mln € nel 2018) realizzato finora, precisando che dopo il 2019 anche il processo di digitalizzazione del gruppo “porterà vantaggi significativi” che saranno illustrati “nel Piano che presenteremo in giugno”. I costi scontano però una perdita relativa ai Tee per 2,2 mln €. In attesa della pronuncia del Tar sul ricorso contro il decreto correttivo del Mise, la società rimarca che “il mercato di borsa sconta tutt’ora una carenza di liquidità tanto che nel periodo 1° giugno – 31 dicembre 2018 il volume di titoli trattato è stato di 1.502.268 Tee (-56% rispetto ad analogo periodo del 2017), mentre i prezzi hanno assunto un trend crescente con una media periodo pari a 257,22 €/Tee”. Inoltre, “le limitazioni poste all’inclusione dei contratti bilaterali in relazione alla determinazione del contributo, nonché la mancanza di trasparenza dei termini di regolazione finanziaria degli stessi, è presumibile determinino un effetto distorsivo nel calcolo del contributo di riferimento portandolo al di sotto della soglia di €250/Tee”. Da segnalare infine che la Italgas ha siglato un accordo per cedere la vecchia sede di via XX settembre a Torino per 11,6 mln €, ma alla data del 31 dicembre 2018 il contratto “risultava soggetto a condizione sospensiva”. QE, 22-02-19