Chi controlla il regolatore? La domanda continua a emergere dal Parlamento e dalle forze politiche, che manifestano una certa insofferenza nei confronti dell’indipendenza dell’Autorità per l’energia in questa fase di doppio passaggio (per la proroga del collegio e il protrarsi delle consultazioni)

Nonostante l’accordo trasversale sulla “proroga a termine” dell’ARERA, emendamento votato da Lega, Pd, M5S, e Fi, ieri durante il dibattito in Commissione speciale Forza Italia e Pd hanno sollevato la questione del controllo del Parlamento sull’operato dell’ARERA. Per primo è intervenuto Francesco Paolo Sisto (Fi), annunciando voto favorevole all’emendamento proposto dal relatore che fissa al 30 settembre il termine massimo. Per il rinnovo, Sisto ha chiesto però “che nelle linee guida che saranno adottate dall’ARERA si dia conto anche della necessità di intervenire nel settore idrico, rispettando rigorosamente l’esito della consultazione referendaria”, esprimendo poi dubbi “sulla possibilità di controllo e di intervento da parte delle Camere su dette linee guida”. Gianluca Benamati, responsabile energia del PD ha sottolineato nuovamente la correttezza istituzionale dell’esecutivo dimissionario nella sua decisione di non procedere a nuove nomine prima delle elezioni, ma ha invitato i colleghi “a svolgere una più ampia riflessione sull’importante ruolo svolto dall’ARERA e sui suoi effetti sulla fornitura di servizi essenziali per i cittadini, nonché sulla necessità di coniugare efficacemente l’attività dell’Autorità con quella svolta dal Parlamento”.

Staffetta Quotidiana 4 maggio 2018