Ok dalla Camera in seconda lettura, il testo torna in Senato. Le incognite su decreti delegati, scadenze Pnrr e le riforme promesse alla Ue fino al 2024
Si avvicina l’ultimo atto della Legge annuale per la Concorrenza 2021, che è stata approvata in seconda lettura alla Camera ed effettuerà adesso il terzo e ultimo passaggio al Senato. A Montecitorio, dove si è optato per stralciare la contestata norma relativa ai taxi, il provvedimento ha ottenuto 345 voti favorevoli e 41 contrari. L’iter parlamentare del Ddl Concorrenza – che rientra fra le riforme abilitanti del Piano nazionale di ripresa – è stato finora molto difficoltoso.
Durante la prima lettura al Senato, si è speso molto tempo per definire il miglior metodo di lavoro cercando parallelamente una mediazione sulla durata delle concessioni per l’idroelettrico. Dopo una serie di incontri fra Governo e partiti di maggioranza, si è quindi deciso di “spacchettare” il provvedimento affrontando alcuni argomenti solamente in un ramo del Parlamento.
Le norme sull’energia – fra cui proprio l’idroelettrico, con l’aggiunta del golden power per le concessioni, gare gas, colonnine per la ricarica elettrica e i servizi pubblici locali – sono state modificate al Senato. Non è invece passata la riforma per le nomine nelle authority, con i partiti che sono riusciti a convincere il Governo a sopprimere l’articolo (leggi la notizia dedicata). Nonostante ciò, l’impasse sul Ddl ha spinto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, che nei mesi è sembrato sempre attivo sul dossier della concorrenza, a scrivere alla presidente del Senato, Elisabetta Casellati, per calendarizzare al più presto il voto in aula. Solamente all’ultimo si è riusciti a evitare di porre la questione di fiducia in aula.
Non è stata più semplice la seconda lettura, effettuata alla Camera, dove il Ddl si è arricchito di una novità interessante per il settore-energetico ambientale. È stata infatti introdotta una delega al Governo per un riordino delle semplificazioni sulle rinnovabili. La modifica è avvenuta tramite un emendamento presentato da Forza Italia e sostenuto dal ministro Brunetta. Il riordino dovrebbe essere portato a termine entro 12 mesi dall’entrata in vigore della Legge e dunque sarà fra i compiti che attendono il prossimo Esecutivo. Ma il percorso del Ddl è stato caratterizzato anche dalla crisi di Governo, che ha sostanzialmente “congelato” i lavori alla Camera per giungere a una rapida approvazione. Si attende che sia altrettanto veloce l’ultima lettura al Senato visto peraltro l’avvicinarsi della pausa estiva.
Il Pnrr presentato dall’Italia prevede che entro la fine del 2022 siano adottati i decreti delegati della riforma. Non solo: l’Italia ha promesso alla Commissione Ue che entro il 2024 concluderà una vera e propria “rivoluzione” nell’ambito della concorrenza, approvando quattro Leggi annuali. Ad aprile l’Antitrust ha elaborato le proprie proposte per il Ddl del 2022, con un focus su semplificazioni, clienti vulnerabili e governance del servizio idrico. Un dossier che inevitabilmente dovrà essere inserito fra le priorità del prossimo Governo insieme all’attuazione della Legge 2021, l’applicazione delle novità sul golden power, e la delega sulle semplificazioni Fer.
QE, 27-07-2022