DIRITTO DELL’ENERGIA – Un quesito sulla compatibilità della normativa nazionale con la direttiva europea sulle energie rinnovabili è stato sollevato dal Consiglio di Stato, che ha chiesto un parere alla Corte di giustizia dell’Unione europea (UE). L’interrogativo riguarda lo schema di convenzione proposto dal G.S.E. per regolare il passaggio dai certificati verdi alle tariffe incentivanti. La questione principale è la seguente:
- Se la direttiva 2009/28/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, che promuove l’uso delle energie rinnovabili e abroga le direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE, insieme ai considerando n. 8, n. 14, n. 25, agli articoli 1 e 3, nonché all’articolo 16 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, in considerazione dei principi di certezza del diritto e di tutela del legittimo affidamento, devono essere interpretati come ostacolo alla legislazione nazionale derivante dal d.lgs. 3 marzo 2011, n. 28 e dal d.m. 6 luglio 2012. Questa interpretazione è in linea con la costante giurisprudenza del Consiglio di Stato, che subordina l’assegnazione degli incentivi alla stipula di contratti di diritto privato tra il GSE e il soggetto responsabile dell’impianto, anche per gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili entrati in funzione prima del 31 dicembre 2012.