Croce: “Firma forse in settimana, 6 mesi per l’aggregazione”. Vivian: “Stiamo definendo il testo”. Intanto Verona punta su Unicoge mentre a Treviso è atteso a giorni il report Rothschild
Il destino del risiko del Nordest sembra doversi decidere entro il 1° semestre 2019. Con alcuni passaggi determinanti già entro la fine del mese, se non addirittura in settimana. Il Natale dovrebbe infatti portare in dote due “doni” alle utility venete: la lettera d’intenti che sancirà il percorso dell’aggregazione AGSM-AIM e il rapporto di Rothschild sulla strategia di M&A di Ascopiave. Con strade forse destinate a convergere. A Treviso si attende in realtà anche un altro pacco natalizio, in questo caso non necessariamente gradito: la sentenza del CdS sul nodo governance (l’udienza era il 13 dicembre). Che comunque dovrebbe essere neutralizzata dalla norma del Ddl bilancio che esonera i soci pubblici di Ascopiave dall’obbligo di cedere le quote nella società in base alla Legge Madia. Ma torniamo ad AGSM-AIM. Il presidente dell’utility veronese, Michele Croce, ha annunciato che la lettera d’intenti potrebbe essere siglata “entro questa settimana”. Dopo di che “ci siamo dati sei mesi di tempo per arrivare alla firma del contratto di aggregazione, che andrà all’esame dei due consigli comunali per poi arrivare alla firma definitiva”. “Stiamo definendo il testo del documento assieme a Verona – ha confermato l’amministratore unico di AIM, Gianfranco Vivian – la lettera di intenti metterà nero su bianco la volontà politica di proseguire sull’ esame dell’aggregazione”. E le tappe future? “Non abbiamo stabilito una scadenza, ma potrebbero essere necessari sei mesi per arrivare all’ approvazione dei rispettivi consigli comunali”, ha spiegato. Il tutto sempre che non sorgano nuovi problemi su concambio e governance, che avevano bloccato il primo tentativo. “Non c’è un problema – ha sottolineato Croce – sono passati due anni e sarebbe auspicabile aggiornare la valutazione di entrambe le società tenendo come unico criterio l’efficienza dell’azienda unificata”. E se AIM attende l’esito della due diligence di PWC, AGSM deve risolvere alcuni dossier prima di poter dare una valutazione definitiva dei propri asset. Uno riguarda l’acquisizione di Unicoge, società di vendita gas/elettricità da circa 30 milioni € di valore della produzione, un utile di 1,1 mln € e una valorizzazione che può oscillare tra 9 e 18 mln €. Proprio oggi il Consiglio comunale di Verona discute il complicato dossier, che dovrebbe portare alla creazione di una newco partecipata al 40% da AGSM (e per la restante parte dai Comuni di San Bonifacio e Cologna Veneta) a cui è destinato l’87,8% della società. Poi c’è la “grana” della controllata albanese: AGSM ha chiesto alla Presidenza del Consiglio se in base alla Legge Madia può tenere tale partecipazione, e “la risposta dovrebbe arrivare a giorni”, ha detto Croce. Se sarà positiva, “valuteremo col Comune di Verona, ma anche con Vicenza, se restare oppure, d’ accordo col sindaco di Tirana, mettere la società sul mercato”. Infine il nodo AMIA. “Verona e Vicenza non hanno impianti di smaltimento – ha spiegato il presidente di AGSM – e per questo credo che la gara a doppio oggetto sia la strada migliore, cedendo il 30% delle quote di AMIA affinché entri un socio dotato appunto di un impianto di smaltimento, chiudendo così il ciclo dei rifiuti”. Croce prevede comunque che “arriveremo così a toccare il miliardo di fatturato, prima della fusione con Vicenza”. E dopo AIM si guarderà ad “altre realtà”, in primis Ascopiave. “Io credo ci debba essere una collaborazione fra realtà così simili – ha ribadito Croce – in fondo, loro sono presenti nel Padovano e nell’Alto Vicentino. AGSM e AIM pongono le basi di quella multiutility regionale che altrove già esiste: la Lombardia ha A2A, l’Emilia ha Hera, e il Veneto non deve perdere più tempo”. Come detto, a Treviso si attende a giorni il report dell’advisor Rothschild, che dovrebbe contemplare la strategia separata su vendita e distribuzione (con l’elenco dei candidati ai clienti di recente ampliato con la cordata composta da Vivigas e Bluenergy) ma anche il risiko del Nordest. Dopo di che la strategia dovrà passare al vaglio degli oltre 90 Comuni soci per cui i tempi del dossier non saranno brevissimi.
Intanto, nei primi mesi del 2019 Ascopiave dovrebbe concludere la conquista del 100% di Unigas Distribuzione, tramite l’acquisto del 51% non detenuto. QE, 20-12-2018