A2A: “Con Ascopiave pronti ad accordi a 360 gradi”
Valotti: “Disposti a mettere sul piatto reti in cambio dei clienti, o progetto più ampio. A loro valutare nostre peculiarità”. Camerano: “Da delibera Arera n. 50 impatto di circa 15 mln €”
Ormai è evidente: l’interesse di A2A per Ascopiave va ben al di là del pacchetto di circa 700 mila clienti che l’utility veneta sembra intenzionata a mettere in vendita (in tutto o in parte).
L’obiettivo potrebbe invece essere quello di estendere oltre la Lombardia il progetto di multiutility dei territori avviato con Lgh e la “grande” Agsm-Agam. Anche se il gruppo tiene aperte più opzioni. “A2A è interessata a qualsiasi operazione che abbia i fondamentali industriali giusti, con creazione di valore aggiunto per entrambe le società”, ha detto il presidente Giovanni Valotti in conference call sui conti dei 9 mesi. In concreto, questo significa tre possibili strade: l’acquisizione dei clienti con contropartita cash, uno scambio con asset nella distribuzione o un accordo di più ampio respiro. “Da parte nostra – ha spiegato Valotti – c’è disponibilità a 360 gradi nel valutare la parziale o totale acquisizione dei clienti anche con il conferimento di asset coerenti con quello che sembra essere l’obiettivo di Ascopiave (ossia rafforzarsi nella distribuzione, ndr)”, ma lasciando spazio anche a “una partnership combinata” di più ampio respiro. “Sta ad Ascopiave – ha concluso Valotti – valutare il carattere distintivo di A2A, che è una società italiana, a controllo pubblico, molto contigua a loro e che fa della vicinanza al territorio un proprio driver di sviluppo”. Dal canto proprio l’a.d. di A2A Valerio Camerano ha precisato che la sola acquisizione dei clienti sarebbe comunque “in linea con gli obiettivi del nostro Piano che prevedono un rafforzamento nel Nord Italia”. Peraltro, il manager ha ricordato che l’utility lombarda “ha superato nel trimestre il milione di clienti serviti, raggiungendo il target con un anno di anticipo”. In risposta alle domande, Camerano ha anche precisato che l’impatto sull’Ebitda dalla delibera Arera 50/2018 che ha disposto il ristoro ai distributori degli oneri di sistema non riscossi è stato “di circa 15 milioni €”. QE, 13-11-18
A2A pronta a un’alleanza strategica con Ascopiave
L’utile netto balza a 335 milioni nei nove mesi Debito in calo a 2,9 miliardi
A2A ha un DNA simile ad Ascopiave, «per origini e posizionamento» e quindi metterà in campo la propria offerta per eventuali joint venture sui 700mila clienti della multiutility veneta e sulla distribuzione gas. È questo il messaggio lanciato dal presidente Giovanni Valotti nel giorno (ieri) in cui il gruppo lombardo ha diffuso i conti dei 9 mesi, con utile netto in rialzo del 48% a 335 milioni, e ha annunciato l’acquisto in Italia di 43 MW di solare da Talesun, con cui lancerà anche una newco per costruire 300 MW di fotovoltaico. Inoltre, A2A ha rivisto al rialzo la guidance 2018, cosa che ha contribuito alla corsa del titolo in Borsa (+1,9% a 1,487 euro).
Il CEO Valerio Camerano ha definito i conti molto soddisfacenti: oltre al balzo dell’utile (anche se l’anno scorso aveva pesato negativamente l’esercizio della put in Montenegro), i ricavi sono cresciuti del 9% a 4,51 miliardi e il mol si è mantenuto stabile a 875 milioni a fronte di una posizione finanziaria netta che da fine 2017 è calata di 349 milioni a 2,87 miliardi e di investimenti a 304 milioni (+34%). Inoltre, ha precisato il CEO, «è stato centrato con un anno di anticipo il target di 1 milione di clienti sul mercato libero». È stata anche migliorata la guidance 2018: sul MOL, con forchetta alzata a 1,2-1,24 miliardi grazie anche al primo consolidamento della Multiutility della Lombardia (per 35 milioni), e sull’utile netto che è atteso sopra (e non più “nell’intorno”) di 400 milioni. Un’indicazione che aumenta le probabilità di un dividendo più rotondo.
A2A ha anche annunciato l’acquisizione di 43 MW di fotovoltaico in Italia da Talesun (controllato dal colosso cinese Zhongli Group): un’operazione, che ha un valore stimato attorno a 70 milioni e porta la capacità installata solare del gruppo vicino a 100 MW a fronte di un target di 150 MW (cioè tra i primi cinque operatori italiani). Quest’ultimo, in realtà, potrebbe essere già superato se A2A si aggiudicasse anche gli 80 MW di Glennmont – novità sull’asta sono attese a inizio di settimana prossima. Inoltre, l’accordo con Talesun prevede la costituzione di una newco per costruire altri 300 MW di fotovoltaico con l’obiettivo più ampio di costruire, ha precisato Camerano, «una piattaforma di asset management importante, cogestita con soggetti che hanno grande esperienza in questi asset».
Intanto, a inizio 2019, entrerà nel vivo il riassetto per Ascopiave che punta alla cessione del controllo della parte clienti retail e a potenziare la distribuzione gas. «Siamo disponibili a conferire asset perseguendo l’obiettivo che ha Ascopiave, sia nell’ambito di procedure di acquisizione che di partnership», ha annunciato Valotti, precisando che A2A è «un’azienda italiana, a controllo pubblico e che ha fatto della vicinanza ai territori il proprio driver di sviluppo». Una candidatura forte in una partita in cui anche i big stranieri, a partire da Edison ed Engie, si affacciano minacciosi. Cheo Condina – Il Sole-24 Ore, 14-11-18